BA di gennaio febbraio 2016

Basco 1 16

Editoriale

 

Sala musealeLa sala museale si arricchisce di una biblioteca/emeroteca

Il 21 dicembre 2015, presso la “sala museale” del Centro addestrativo AVES, alla presenza del comandante gen. Giancarlo Mazzieri e del presidente dell’ANAE gen. Sergio Buono, è stata inaugurata una nuova struttura dedicata all’archivio storico – biblioteca/emeroteca.

 

 

 

Ho realizzato il sognoHo realizzato un  sogno della mia adolescenza: volare

di Sergio Fantoni

Innanzitutto mi congratulo con il nostro Presidente Nazionale Sergio Buono per aver lanciato il progetto di arricchire la storia dell’AVES, invitando i piloti dei corsi “dell’altro millennio”, come entusiasticamente si esprime l’amico e collega del 4° Corso di Accademia Raffaele Alessio (Raff) e frequentatore del 7° corso piloti osservatori dell’Esercito, a raccontare un po’ di storia del loro corso e personale. In attesa di conoscere le esperienze dei corsi del terzo millennio, sarebbe bello ed auspicabile poter leggere il racconto di qualche frequentatore dei corsi precedenti il mio. Certo l’inesorabile scandire  dell’orologio della vita sia biologica che anagrafica, potrebbe creare qualche impedimento. Con questa premessa non potevo non aderire alla presentazione del 6° corso piloti osservatori, il mio corso particolarmente importante, perché fu l’ultimo corso accessibile anche ai capitani allo scopo di aumentare la disponibilità di comandanti di reparti di volo in corso di costituzione presso le Unità operative dell’Esercito e di personale da inserire nell’organico funzionale del C.A.A.L.E. nei vari settori interessanti la formazione di futuri piloti e specialisti e nella operatività del centro stesso.

 

Ten. Col. AneddaTen. col. Francesco Anedda

di Marino Zampiglia

Chi era il ten. col. P.O. Francesco Anedda definito da Luigi Orsi il secondo P.O. dell’Esercito, pilota di radio bersaglio?

 

 

 

 

Uno squadrone di qualitaUno Squadrone di Qualità – Per aspera ad astra

Ten. g. (AVES) RN Gabriele Riccioni

… Il Centro addestrativo dell’Aviazione dell’Esercito, nella prima decade di ottobre, è stato proposto per ottenere la certificazione di qualità manutentiva secondo gli standard della AER(EP).P-2005, e gli specialisti dello squadrone mantenimento aeromobili, possono ora guardarsi intorno e sapere di essere stati gli ingranaggi operosi che hanno permesso alla complessa macchina del Centro di arrivare alla destinazione tanto ambita. Loro, gli “Specialisti”, che spesso operano silenti producendo il grande potenziale “volativo” necessario alle attività del Centro, sono stati il fulcro di un cambiamento di rotta e di mentalità, sapientemente indirizzati, talvolta bacchettati, dalla sezione PTeCQM, sostenuti dalla padronanza della sezione tecnica, supportati dal comando del gruppo “Sestante”, dagli altri squadroni, e sezioni del C.A.A.E, ed in primis dal comando del Centro stesso.

 

Ieri e oggiIeri e oggi – Trentacinque straordinari anni di volo

di Paolo Valeri

Ricordo ancora benissimo quel lontano 10 gennaio del… lontano 1980, quando ci incontrammo per la prima volta. Lo scorso 15 dicembre, invece, è stata la data del nostro raduno. Diversi anche gli scenari: tutto cominciò alla Scuola allievi sottufficiali mentre il nostro riabbracciarci ha avuto luogo presso il Centro addestrativo Aviazione dell’Esercito. Sto parlando del 43° corso allievi sottufficiali, in particolare dei componenti del  1° plotone della 2° compagnia, che sarebbero poi confluiti al C.A.L.E., così come si chiamava allora, per diventare piloti osservatori e meccanici di aerei leggeri.

 

 

 

La drappella del 55La drappella del 55° Dragone sul Kilimanjaro

di Claudio Ciaranfi

…….l’altopiano finale dove un cartello in legno indica che sono giunto sul tetto d’Africa. La vetta non è la classica sommità ma solamente la gobba dell’altopiano finale ed in quelle condizioni generali, senza quel cartello, avrei continuato a vagare fino in Kenya. L’emozione è immensa, subito segue la commozione e non si fa neppure attendere una sorta d’inebriamento; un cocktail di sensazioni psico-fisiche preparato ad hoc da quota e fatica. Riesco perfino a togliermi i guanti. Non c’è tempo da perdere, le condizioni meteo e la quota non lo consentono. Subito srotolo e sistemo, per quanto possibile, la drappella bagnata e sgualcita del Dragone, chiedo ai superstiti degli irriducibili e chiassosi francesi due scatti di rito e, sotto pressante sollecito della guida che non mi concede nemmeno il tempo per firmare il quaderno di vetta custodito all’interno d’una cassa metallica posta ai piedi del cartello, inizio immediatamente la discesa la quale, per perdere velocemente quota, taglia lungo le linee di massima pendenza. Riassuntivo del momento, quella sorta di apoftegma perentoriamente scandito della guida: “Mr. Claudio, this is not a good place to stay, any longer!”

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