1971 L 21B. Ricordi di montagna!

di Giampietro Mariotti

Il Piper L 21B è stato il primo aeromobile che ha portato l’ALE ad operare materialmente con i reparti terrestri. E’ stato il primo di una lunga serie di mezzi alati, concretizzatasi negli anni quasi ad effetto “domino”, fino a quelli che, per la tecnologia avanzata, congiuntamente alle specifiche tecniche ed operative, hanno portato oggi l’Aviazione Esercito ad occupare una rilevante posizione di prestigio nell’ambito dell’Esercito Italiano e non solo. Ma, come dimenticare il mitico L 21B con il quale sono nate e cresciute diverse generazioni di piloti osservatori? I meno giovani della nostra meravigliosa famiglia ANAE, ricorderanno certamente quella attività estrema svolta da strisce tattiche a volta “impossibili” a favore dei comandi terrestri, ancora increduli e, a volte, anche invidiosi nei confronti del personale della nascente Aviazione Leggera dell’Esercito. Chi di questi meno giovani baschi azzurri, ripensando ad un atterraggio su quelle strisce, non sente ancora quel leggero inizio di “mancamento” nel fondo schiena, che stava ad indicare l’imminente distacco dei filetti fluidi dalle superfici alari del nostro L 21B? E Lui, da buon “padre di famiglia”, ha sempre pazientemente risposto alle nostre sollecitazioni, a volte spinte al limite della sopportazione. Per quanto mi riguarda ricordo sempre con molta nostalgia l’intensa attività di volo svolta negli anni sessanta tra gli alpini della gloriosa “Julia”. Ricordo che, sullo stimolo dell’indimenticabile comandante della SAL, capitano Giampietro Zane, di concerto con i singoli battaglioni alpini e con i gruppi di artiglieria da montagna, era stata messa in atto una accurata organizzazione al fine di garantire, giornalmente, l’attivazione di una o più strisce, a favore dei singoli comandi, in base alle loro esigenze di ricognizioni e di controllo dei dipendenti reparti in attività esterna, spesso in quota. I nostri L 21B, ottimamente manutenzionati dall’allora sergente maggiore Diego Rebecchi e dai giovani sergenti Silvano Trangoni e Flaviano Plazzotta, risalivano rombanti le valli carniche per andare ad operare dalle varie strisce di Amaro, Villa Santina, Case Moscardo (Paluzza), Tarvisio, Sappada e ultimamente Casera Razzo. Avendo avuto l’onore di subentrare al capitano Zane nel comando della prestigiosa SAL “Julia”, mi sia consentito di ricordare molto affettuosamente i miei validi collaboratori piloti osservatori: Maurizio De Stefani, Scipione Tantulli e Franco Villano.

Prima ancora del massiccio avvento degli elicotteri, proprio presso i reparti alpini il “nostro” L 21B, dotato del complesso ruota-sci, veniva impiegato sfruttando tutta la sua versatilità. Ricordo infatti l’esaltante attività svolta in montagna per la frequenza del corso ruota-sci (6° Corso) con i più esperti piloti del IV RAL di Bolzano, inizialmente indottrinati sulla tecnica del volo in montagna ed atterraggi su campi innevati ad alta quota, dal famoso pilota dei ghiacciai lo svizzero Hermann Geiger. Atterraggi e decolli spettacolari sui pendii del Renon, dello Sciliar, del Livrio, sull’Alpe di Sennes, sul Monte Cherz, sull’Alpe di Siusi. Una preziosa esperienza tornata molto utile qualche anno dopo (1971), quando da Viterbo la SAVA si portava sull’aeroporto di Dobbiaco, per svolgere attività reciproca tra gli istruttori di volo, al fine di acquisire omogeneamente la tecnica del volo in montagna, da travasare poi ai nuovi piloti osservatori al termine dei corsi formativi. Rientrata la SAVA a Viterbo, rimaneva a Dobbiaco un nostro velivolo con il complesso ruota-sci. Fu questa l’occasione per far rimanere il sottoscritto con un giovane pilota osservatore che, avendo appena ultimato il corso da istruttore di volo, doveva completare l’addestramento con il volo in montagna.

Proprio a questo “giovane” vorrei dedicare il ricordo dei momenti vissuti in quella occasione. Sono sicuro che non li avrà dimenticati e che vorrà riviverli con piacere. Ci faceva da assistenza l’equipaggio di un AB 206 pilotato dal capitano Roberto Punzo. Si arrivò al termine dell’attività con la piena soddisfazione del giovane istruttore che, avendo effettuato una serie di atterraggi da istruttore sul Monte Cherz, sotto la minaccia di una nevicata, volle offrire a tutti i presenti una corroborante bevuta sulla base di Dobbiaco. Al momento di saldare il conto la sorpresa: non si trovava più il portafoglio! Poteva averlo perso soltanto sul Monte Cherz nel fare il cambio del posto di pilotaggio. Partenza rapida del 206 verso il Cherz, già investito da una copiosa nevicata che stava cancellando ogni traccia dell’attività fatta con l’aereo. Appena in tempo per poter sbirciare, tra la neve fresca, l’unico spigolo ancora visibile del portafoglio. Un colpo di fortuna meritevole di una ulteriore bevuta, piacevolmente offerta dal nuovo istruttore della SAVA per il fortunoso ritrovamento. Il giorno seguente partenza per Viterbo con il nostro L 21B ben appesantito dal complesso sci, pieno di carburante, bagagli personali arricchiti dei tradizionali acquisti di speck, strudel e genziana. Bilanciamento… quasi perfetto! Decollo “strappato” dalla neve a fine pista. Sembrava che il velivolo, immerso ormai da tempo in quel fantastico ambiente alpino, non volesse più abbandonarlo. Arrancando, costone dopo costone, salutammo molto da vicino quelle cime immacolate che per alcuni giorni avevano allietato la nostra attività.

Non potevo allora sapere che quel giovane istruttore così agile e spigliato sarebbe diventato un giorno il 9° Ispettore dell’AVES. Grazie Signor Generale Pasqualino Verdecchia per aver voluto condividere questi singolari e piacevoli ricordi.