di Lamberto Centogambe
Il primo volo in notturna di un elicottero dell’AVES, dalla Sardegna a Viterbo.
Nove luglio 1983, il comando CALE, su richiesta SME, comanda un A-109, con due piloti e uno specialista, a Capo Teulada, per riaccompagnare un’autorità a Milano. Tempo bellissimo, panorama pure, ci presentiamo a destinazione all’orario previsto.
«L’esercitazione sta per finire, tra poco partiamo, qual è il tempo di volo?» ci chiede l’autorità.
Con un rifornimento veloce, poco più di quattro ore è la risposta (Capo Teulada dista da Milano circa 450 Mn).
«Ma chi ha organizzato questo mio rientro? Con l’Alitalia da Cagliari avrei impiegato meno di un’ora» è la contro risposta.
Purtroppo, oltre l’equipaggio, anche il secondo motore dell’A-109, ha sentito il commento, si offende e decide di non mettersi in moto.
Un AB 47-G3 del 21° gruppo squadroni “Orsa Maggiore” di stanza a Teulada, accompagna l’autorità a Cagliari e l’Alitalia lo riporta a Milano.
Di fronte ad un panorama favoloso, un mare di un colore che non avevo e non ho più visto, sotto un sole che non scaldava, ma bruciava; dopo aver comunicato a Viterbo l’avaria, proviamo a trasformarci in turisti di altissimo livello. Tolti tuta e scarponi di volo e cercato invano nel borsone qualcosa di marinaresco, mi giro sconsolato verso il mare ed ho una visione: un “turista” in slip bianco con ciabatte da camera in pelle marrone ed in testa una canottiera bianca, sta camminando lungo la spiaggia. Mi do un pizzicotto; realizzo che quello che vedo è vero; con fatica supero la crisi del ridere che mi procura la scenetta che ogni tanto, ancor oggi, ricordo all’autore. La situazione non è delle migliori, l’ombra dell’elicottero ci è di aiuto nell’attesa dell’arrivo da Viterbo di un AB 212 con specialisti ed attrezzatura idonea per mettere in moto il motore ribelle e consentire di riprendere la via di casa. Arriviamo ad Olbia quasi al buio. Facciamo il pieno, rifiutiamo la macchina dei carabinieri per essere accompagnati in albergo e decidiamo di fare rotta su Viterbo. Non si può decollare per Viterbo in VFR ci dicono al CDA e allora, piano di volo IFR destinazione Ciampino. E’ buio che più buio non si può, è forse la giornata dei superlativi assoluti, perché come per il panorama ed il mare un cielo senza una stella non l’ho più visto. Chiudiamo con Olbia e comunichiamo a Roma controllo: “lasciato Olbia, in salita per livello 110, riporteremo sul punto 100 (cento è un punto dell’aerovia Roma-Alghero a 100 Mn dal VOR di Fiumicino). Raggiunto il punto cento, Roma non ci sente più, proseguiamo; Roma comincia a chiamarci e continua a non sentirci. Ci fa da ponte il comandante del volo Alitalia Tunisi – Fiumicino, riferisce al controllo la nostra posizione ed all’obiezione del controllore: “ma prima più lontano e più basso sentivamo il nube 85… non riusciamo a capire perché non lo sentiamo più”. Il comandante di rimando: “Nun li sentite perché parleno piano”.
Ringraziamo commossi il “romano de Roma” e appena ripristinato il collegamento con l’ente di controllo e raggiunto il punto a 20 Mn dal VOR, chiediamo al controllore di cancellare il piano di volo IFR per Ciampino e proseguire a vista (ma quale vista!) per Viterbo. Accertatosi che in torre a Viterbo c’era qualcuno ad aspettarci, accoglie la richiesta e noi, in velocissima discesa, intravediamo prima Tarquinia poi Viterbo. Ma Viterbo, stranamente è poco illuminata; cosa è successo? E’ una serata particolarissima, ancora un superlativo assoluto, è la serata del trasporto straordinario della macchina di Santa Rosa per il 750° anniversario della sua nascita. L’elicottero decide di fare un giro sopra la macchina in sosta a piazza del Teatro. “E’ l’elicottero del Papa,” dice la gente. No, non era l’elicottero del Santo Padre ma un A-109 dell’Aviazione dell’Esercito che per la prima volta aveva attraversato il Tirreno in notturna. (Il Papa, verrà a vedere la macchina di Santa Rosa l’anno successivo, il 27 maggio del 1984 ma non in elicottero).
L’equipaggio di cui sopra, all’andata era composto da Centogambe, Cannoletta e Mazzarani, al ritorno si erano aggiunti gli specialisti soccorritori Chiani e Miniscalco con la batteria servita a mettere in moto il permaloso 2° motore.