Editoriale del numero 1/2018

Editoriale del Presidente Nazionale
Gen. Sergio Buono

Con questo editoriale d’avvio del 2018, sento il dovere di ringraziare tutti i soci che, nell’anno appena trascorso, hanno collaborato ai progetti realizzati dalla presidenza nazionale e dalle sezioni territoriali. Molte infatti sono state le iniziative che nel 2017 ci hanno visto protagonisti e che ci hanno permesso di mettere in luce la vitalità dell’’Associazione. Voglio ricordare alcuni progetti andati a buon fine. La cerimonia di Podrute, in occasione del venticinquesimo anniversario dell’abbattimento dell’elicottero AB 205, in servizio di pace per conto della Comunità Europea. In tale cerimonia le sezioni Natale, Ramacci e Rigel con una considerevole presenza di soci, hanno dimostrato come sia vivo e forte il ricordo dei nostri caduti. L’intitolazione di una via di Ferentino e della sala operativa della caserma “Emilio Bianchi” di Roma al Maresciallo Simone Cola, con la presenza dei vessilli delle sezioni Cola, Muscarà, Savini e Tucano, hanno messo in risalto il forte legame tra l’Associazione e i suoi caduti. Il trasferimento della salma del Maggiore Parisi da Vitorchiano a Villeneuve in Valle d’Aosta ha visto la commossa partecipazione delle sezioni Muscarà e Calò. La collaborazione della sezione Muscarà con le scuole nei progetti: “Alternanza scuola lavoro” e “Gara Internazionale per Scuole di Progettazione Aeronautica 2017”. In particolare l’Istituto Tecnico Leonardo da Vinci di Viterbo ha ottenuto risultati di prestigio in ambito internazionale. La manutenzione dei cippi eretti sui luoghi di incidenti aviatori che ha visto impegnato il personale della sezione Altair nelle province di Bolzano, Trento e Belluno. L’impegno della sezione Sanna che ha riempito con viveri e vestiario la “Bisaccia di Fra’ Nicola” per la distribuzione agli indigenti. L’organizzazione del concorso sul tema “Voli di pace in Cieli di guerra” da parte della sezione Ramacci, con il quale ha voluto ricordare lo stesso Fiorenzo Ramacci e tutti i militari delle Forze Armate italiane che hanno sacrificato la loro vita in nome del giuramento prestato. In tale contesto sono state assegnate delle borse di studio dall’ANAE. Il concorso ha ottenuto un grande successo tra le scuole superiori della Lombardia e un forte interesse dei Media. Le presentazioni di libri, le mostre, le manifestazioni di solidarietà e di raccolta fondi per i meno fortunati e verso le popolazioni colpite da calamità, le conferenze e i seminari sulla Grande Guerra e la partecipazione alle manifestazioni su tutto il territorio nazionale. Infine, la realizzazione di un libro dal titolo: “Eroi, fatti, battaglie della Grande Guerra”, un’antologia di racconti che intende far conoscere ai giovani, personaggi ed eventi che hanno contribuito all’unificazione dell’Italia e alla libertà di tutti gli Italiani. E ora il futuro. Il 2018 sarà un anno denso di appuntamenti che si concluderanno con il grande raduno di Vittorio Veneto di fine ottobre. Il programma in via di definizione sarà inviato ai presidenti di sezione e pubblicato sul prossimo Basco Azzurro. Ed eccoci al Basco Azzurro. Questo numero del nostro periodico, che vede le firme anche di due figli di piloti dell’AVES, si presenta con delle novità riguardanti la copertina e la nuova veste grafica. Noterete delle analogie che lo rendono particolarmente interessante: il primo articolo potrebbe avere lo stesso titolo dell’ultimo: “Flying for Peace” come a rappresentare quel “fil rouge” che ha accompagnato il divenire storico delle missioni “Fuori Area” dell’Aviazione dell’Esercito, a partire dal 1979, quando fu costituto Italair, reparto di volo italiano inquadrato nella United Nations Interim Force In Lebanon (UNIFIL), nel sud del Libano. Prima missione dell’Aviazione dell’Esercito contraddistinta dal motto: “Volare per la pace”. Purtroppo nell’impiego “Fuori Area”, la nostra specialità, a partire dalla fine del secolo scorso ha dovuto contare diversi “Caduti per la pace”. E proprio il figlio di uno dei nostri caduti ha inviato un toccante ritratto del “suo Papà” che contraddistingue questo numero de “il Basco Azzurro” dedicato a coloro che hanno sacrificato la vita per dare ai popoli una speranza di pace. “Flying for Peace”.

ASSAGGI DI LETTURA

La copertina, che si presenta con una nuova veste grafica e per la prima volta, da cinque anni, senza un mezzo aereo, una divisa, un Basco Azzurro che la caratterizzi. Un attento osservatore però, potrà comunque ritrovare alcuni dei simboli che hanno accompagnato la nostra vita nell’AVES e rappresentano tuttora la nostra specialità: l’azzurro del cielo e la Madonna patrona degli aviatori, lo scudetto con il tricolore parte integrante del nostro equipaggiamento di volo, l’estremità di una pala di elicottero e una baracca ricordo delle prime SAL. Poi Italair forse il luogo più conosciuto, dai Baschi Azzurri.
Infine, un albero d’ulivo, ma su questo particolare e straordinario simbolo, lascio a voi, scoprirne la storia, quando sfoglierete le pagine del giornale.
Due sono le possibilità di utilizzo del QR Code che integrano quanto raccontato; uno in particolare, permette di rileggere i cinque numeri editati nel 2013.
Questo numero, è stato realizzato insieme a 46 collaboratori.

Frammenti

Con profonde radici ogni vento sfida.  di Gianluca Carofalo

Ad un certo punto della telefonata, le venne in mente una cosa della tua mamma: “sai, mia zia mi ha detto di ricordare bene che il marito aveva piantato un alberello d’ulivo lì ad Italair”. “Chissà se c’è ancora…”

Mi alzai di scatto e mentre lei parlava, cercavo già con lo sguardo tra la macchia di verde attorno /…/ Iniziai a battere tutta la zona; per esser certo di non tralasciare alcun metro quadrato, partii dall’ingresso di “Italair” e percorsi i vialetti dei nostri alloggi, perché quella era la parte con più vegetazione. Toccavo le foglioline di ogni albero che potesse anche solo somigliare ad un ulivo; niente.

Il mio ritorno in Accademia dopo 70 anni di Sergio Fantoni

Il mio stato d’animo non era dei migliori, ma il dovere e il privilegio che la circostanza mi aveva concesso, mi hanno consentito di affrontare la situazione con determinazione e impegno. Non posso descrivere nei particolari lo svolgimento della cerimonia e della giornata trascorsa da un Cadetto che torna in Accademia dopo settant’anni. Ero l’ospite d’Onore. La gentilezza e la solidarietà di tutti mi hanno veramente commosso.

Mio Padre di Luigi Giuseppe Lima

Eravamo molto legati e sin da piccolo ogni volta che partiva per lavoro avevo paura che non tornasse. Ecco perché quando eravamo insieme lo abbracciavo sempre e abbiamo moltissime foto che mi ricordano tanti momenti belli passati insieme. Papà era un uomo molto affettuoso e sempre attento quando era a casa, proprio perché sapeva che spesso sentivo la sua mancanza

 

Due Baschi Azzurri in Etiopia di Pino Avaro

Così, a fine ottobre, mi sono ritrovato in Etiopia, parte del mondo da me del tutto sconosciuta e quindi occasione imperdibile per vedere località storiche che in tempi non lontani ci hanno coinvolto in maniera piuttosto significativa. Ho alloggiato ad Addis Abeba…

 

Dalla Alpi al Tevere lungo la via Francigena di Federico Vallauri

E così sono tornato a camminare. Non c’è niente da fare, una volta percorso un cammino, intendo di lunga durata, almeno una ventina di giorni, trascorsi ad affrontare ogni mattina venticinque/trenta chilometri, non si riesce più a farne a meno. E’ difficile spiegarlo ma è così.

 

Il mio primo comandante di Massimiliano Zonta

Fedele ai suoi princìpi giunse al punto di arruolare, tra i suoi Granatieri, uno studente di fede Israelita, il futuro dott. Giulio Segre, inoltre riuscì a far avere anche al padre un lasciapassare che gli permise di evitare la deportazione, per questo motivo, nel Libro dei Giusti della Sinagoga di Torino…

 

Coraggio italiano di Luigi Chiavarelli

Gennaio non è un buon mese per volare nel tardo pomeriggio” pensava, “soprattutto con vecchi aeromobili non “notturnizzati”.  Comunque l’equipaggio è molto esperto e la rotta per Tirana è conosciutissima. In 20 minuti dovrebbero essere all’Ambasciata. La ZAE è bene illuminata e non dovrebbero esserci problemi per atterrare e ripartire. Ancora cinque minuti e sono all’aeroporto. Scaricano il malato senza spegnere e alle 17, al massimo alle 17 e 30, sono già qui”. Pensava e schiacciava le noci. Aveva fatto un bel mucchietto di gherigli ma si era scordato di mangiare. Pensava e schiacciava le noci.