Editoriale del numero 3-2025

Presi dal “turbinio della vita moderna”, l’utilizzo delle piattaforme social sta prendendo il sopravvento, non solo per connettere più velocemente le persone ma anche per sostituirsi ai consueti canoni di comunicazione, cui siamo tradizionalmente avvezzi.
Mi è stato segnalato, da parte di un Presidente di Sezione, che un nostro attento lettore ha sollevato alcune perplessità a titolo prettamente personale, su come il nostro giornale risulti essere “vecchio ed antico” (sarebbe utile scegliere l’era), e dove gli argomenti trattati, niente hanno a che vedere con la Specialità. Anzi, cito testualmente: “…tra le righe si sente spesso odore di piume di bersagliere, di cappello di alpino o casco da carrista, già il paracadute da fastidio ed è questa la mentalità che va cambiata…”
La lettura di tutto ciò che è stato scritto, mi ha dato modo di pensare e di finalizzare questo editoriale ad una “chiamata all’aria”.
Come uomo, non posso nascondere un certo disappunto nel vedere che l’intervento, invece di proporre suggerimenti concreti o spunti costruttivi, si limiti a una critica generica, fumosa. A un clamare ad desertum: un affresco anche contraddittorio, che rischia di svilire il lavoro di chi, da anni, si impegna con serietà e passione per tenere vivo “Il Basco Azzurro”. D’altronde, non posso non testimoniare, comunque, che il messaggio lascia trasparire – al di là della forma – una forte passione per la nostra Specialità e un senso di appartenenza che, di per sé, è sicuramente un valore aggiunto: ed è qui che gradisco effettuare la “chiamata all’aria”.
Se qualcosa ne “Il Basco Azzurro” non risponde a taluni principi, si è liberi di esprimere opinioni centrate. Espressioni generiche, non sostenute da esempi mirati o da proposte concrete, possono risultare fuori luogo, soprattutto quando si pensa che il periodico viene letto e apprezzato da migliaia di Soci, in quiescenza ed in servizio dell’ AVES, o di altre Specialità ed Armi, che non solo riconoscono la sua specificità ma lo considerano un riferimento identitario della Specialità che rappresenta. Esprimere pensieri, come esercizio dialettico, è pratica condannata alla sterilità. La realtà esige Acta non verba!
Se davvero si ritiene che manchino articoli di approfondimento tecnico, testimonianze operative o riferimenti storici, polarizzati delle unità e dei reparti di volo o manutentivi, invito a collaborare attivamente alla realizzazione del nostro periodico. Proporre un contributo scritto o fotografico, segnalare le fonti da cui vengono estrapolati i concetti espressi, porre a disposizione materiali e raccontare esperienze vissute, è la forma più attiva di partecipazione: ogni apporto sarà tenuto in considerazione al fine di poter accrescere il prestigio della nostra rivista. “Il Basco Azzurro” non ha mai chiuso la porta a nessuno.
Concludo il mio pensiero asserendo, con estrema franchezza, che sarebbe più serio e anche più utile esprimere la propria idea in modo trasparente e diretto, come fanno tanti lettori che scelgono la via più semplice e corretta, inviando una lettera alla redazione: ciò non solo per far conoscere le proprie idee ma anche per rendere edotta sia la Redazione sia tutti i lettori del proprio costruttivo pensiero; scrivere od affidarsi ai social non rende la giusta e dovuta considerazione né alle idee né a chi le esprime, in quanto rimangono patrimonio di pochi. In sintesi commentare e additare è facile: costruire qualcosa che resti, molto meno.
Ma se davvero si vuole contribuire apportando anche le proprie idee noi siamo qui: fatevi avanti.
Sergio Buono

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