Il 4° “Altair” al museo “Gianni Caproni” di Trento

Il 24 maggio 2017, una rappresentanza di Ufficiali, Sottufficiali e Volontari del 4° Reggimento dell’Aviazione dell’Esercito “Altair” si è recata in visita al Museo dell’Aviazione “Gianni Caproni” presso l’aeroporto di Trento Mattarello.

La visita, inserita nell’ambito di attività a favore del personale del Reparto, volta ad incrementare la conoscenza e l’accrescimento della cultura aeronautica, è stata un’occasione per scoprire una delle realtà aeronautiche italiane di punta del secolo scorso, che ha contribuito a dare avvio allo sviluppo dell’Aviazione Italiana nei primi anni del ‘900.

Fondato nel 1927 dall’ingegner Gianni Caproni e dalla moglie Timina Guasti, è il più vasto museo dedicato interamente alle sperimentazioni dei suoi diversi aeroplani pioneristici.

La possibilità di visitare il museo con una guida esperta ha permesso di ripercorrere l’intero sviluppo dei velivoli e scoprire numerosi e interessanti aneddoti.

Nel corso del primo conflitto mondiale Gianni Caproni divenne uno dei principali punti di riferimento per l’industria aeronautica militare alleata, partendo dai piccoli velivoli biplano monomotore, come il Ca.1 del 1910 fino ad arrivare agli ultimi modelli da guerra, addestramento, bombardamento e trasporto passeggeri.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Caproni riuscì a schierare appena quindici apparecchi: rimasero nella storia le imprese di Baracca, Locatelli e del famoso poeta Gabriele D’Annunzio.

Dopo la fine delle ostilità, l’azienda aeronautica Caproni, pur ben avviata, si trovò a dover ripiegare sul mercato civile per far fronte al venir meno delle commesse militari. Oltre ad adattare al ruolo di aerei di linea e da trasporto alcuni modelli di grandi bombardieri, nel corso degli anni venti la ditta che in questo periodo aveva sede a Taliedo, presso Milano, si dedicò anche allo sviluppo di nuovi velivoli, spesso di enormi dimensioni, progettati appositamente per il trasporto passeggeri (si ricordano in particolare i Caproni Ca.48, Ca.59 e Ca.60 Transaereo, quest’ultimo sperimentato senza successo).

Grazie anche all’intervento di Martino Aichner, pilota italiano medaglia d’oro al valor militare durante la Seconda Guerra Mondiale, nell’agosto 1988 la famiglia Caproni riuscì a stipulare un accordo con la Provincia autonoma di Trento in base al quale quest’ultima si assumeva la responsabilità di restaurare la collezione e di costruire presso l’aeroporto di Trento-Mattarello una struttura espositiva dedicata al pioniere italiano dell’aviazione, con il nome di Museo dell’Aeronautica “Gianni Caproni”. Per concludere la piacevole mattinata, il personale del reggimento si è dilettato nel pilotaggio virtuale dei velivoli Caproni.

C.le VFP1 Martina Martone
L’articolo completo nel prossimo numero de il Basco Azzurro