Il socio della sezione “A. Sanna” di Cagliari Giuseppe Mura, in occasione delle celebrazioni in onore di Santa Rosa, patrona della città di Viterbo, assieme ad altri coraggiosi è stato protagonista di una corsa d’altri tempi.
Nell’anno del giubileo e delle olimpiadi, novelli “tedofori” hanno portato da Assisi, a Viterbo, la fiaccola “Lux Rosae” per collocarla sulla macchina di Santa Rosa, giusto prima del “sollevate e fermi” che da tempo immemorabile, il 3 settembre di ogni anno, sancisce l’inizio dell’emozionante e spettacolare processione in onore della Santa.
Questo il suo racconto
Il mattino alle 05.00 a bordo di tre pulmini noi tedofori abbiamo raggiunto Assisi. Qui, davanti alla tomba di San Francesco, abbiamo assistito all’accensione e benedizione della fiaccola. Una cerimonia intima con i 18 messaggeri riuniti e pronti per l’impresa che ci attendeva. Abbiamo percorso circa 130 km per raggiungere “Gloria” a piazza San Sisto.
E‘ toccato a me aprire la strada che ci avrebbe portato a Viterbo. Ci siamo alternati ogni 3 Km. circa, tratti brevi legati alla necessità di tenere alti i ritmi di corsa per raggiungere il nostro obiettivo. Siamo arrivati a Viterbo in perfetto orario per percorrere la parte conclusiva, dalla chiesa di Santa Rosa a piazza San Sisto dove ci attendeva la macchina. Lungo il percorso è stato un susseguirsi di emozioni: la gente assiepata per le vie della città ci applaudiva e ci incitava nel nome di Rosa. Quasi giunti alla meta, vedere “Gloria” tutta illuminata e splendente non ci è sembrato vero, abbiamo fatto gli ultimi 200 metri che ci separavano da lei, con le ali ai piedi e con il cuore che ci scoppiava in gola per la grande emozione di aver raggiunto il nostro obiettivo.
Collocata la fiaccola sulla macchina di Santa Rosa il nostro compito era terminato.
I facchini al comando di “sollevate e fermi” innalzano la macchia verso il cielo. Parte la processione che porterà Rosa al suo santuario, la sua casa.
Giuseppe Mura – Foto Mura
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