
I baschi azzurri del Centro Addestrativo Aviazione dell’Esercito in visita al Sacrario delle Bandiere al Vittoriano.
I baschi azzurri del primo gruppo squadroni “Sestante” del Centro addestrativo Aviazione dell’Esercito di Viterbo nella mattinata del 20 aprile scorso, hanno potuto visitare il Sacrario delle Bandiere al Complesso del Vittoriano di Roma.
Ad accogliere i 50 baschi azzurri il direttore, colonnello Giovanni Greco e il primo maresciallo Gianluca Centra, Vicedirettore nonché responsabile del Sacrario delle Bandiere.
La visita ha avuto inizio nella sala d’ingresso del Sacrario, dove non si può fare a meno di notare la figura del motosilurante MAS 15, protagonista il 10 giugno del 1918, dell’impresa condotta dall’allora tenente di vascello Luigi Rizzo, contro una formazione navale austriaca al largo di Premuda.
I militari hanno poi proseguito al piano superiore, dove le due ampie gallerie delle Bandiere dei disciolti reparti militari dell’Esercito e delle unità dei Corpi armati dello Stato conducono alla Cripta del Milite Ignoto.
Un percorso di storia e di memoria, quello del Centro addestrativo, che ha avuto il privilegio di poter assistere alla più importante messa in mostra del nostro Tricolore.
A seguire, la visita della cripta da dove si ha accesso alla Tomba del Milite Ignoto. Qui si è potuto ammirare i cimeli annessi alla storia del trasferimento in sede del Milite più famoso d’Italia, nonché gli affreschi sulle volte della cripta raffiguranti i Santi Patroni delle diverse Armi dell’Esercito posti a coronamento della cupola, raffigurante la Beata Vergine di Loreto, Patrona dell’Aeronautica Militare nonché dell’Aviazione dell’Esercito.
Si è trattato dell’ennesimo evento che ha caratterizzato il Centro Addestrativo in quest’anno fatto di attività e di esperienza. In un contesto dove ogni tanto bisognerebbe fermarsi per guardare al passato e per ricordarci che, nonostante la giovanissima età del nostro basco azzurro, noi non siamo altro che il prodotto di anni di lavoro e di memoria, di vittorie ma anche si sconfitte, di battaglie e di sudori; dove alla diversità dei nostri copricapi si sommano i colori di un unico credo: il verde, il bianco e il rosso di una madre che chiamiamo “Italia”.