Cento anni dell’Aeronautica Militare

Gli auguri del Presidente Nazionale dell’ANAE

Il 28 marzo del 1923, agli albori del “ventennio” e con il determinante contributo di uno dei suoi maggiori esponenti, Italo Balbo, nasceva la “Regia Aeronautica” ribattezzata nel 1946, con l’Italia Repubblicana, “Aeronautica Militare”.
Che questa neonata Forza Armata avesse nel suo DNA qualcosa di diverso dalle Aeronautiche Militari di tutti gli altri Paesi era già in nuce tre anni prima della sua fondazione ufficiale, da quando Arturo Ferrarin e Guido Masiero, a bordo di due “improbabili” (come verrebbero visti con gli occhi di oggi) biplani SVA in legno e tela, il 14 febbraio 1920 decollarono dall’Aeroporto di Centocelle (RM) per raggiungere Tokyo, dopo 106 giorni e 18.000 chilometri percorsi.
Il DNA, come la classe, “non è acqua”, infatti nel 1925, il “marinaio” Francesco de Pinedo, decollando da Sesto Calende (VA) con un idrovolante SIAI S.16ter raggiunse Melbourne, in Australia, e tornò in Italia passando per Tokyo. Non pago della sua grandiosa impresa, nel 1927, con un Savoia-Marchetti S.55 decollò da Cagliari, raggiunse Buenos Aires, risalì il continente americano fino al Canada per riattraversare l’Atlantico e ammarare finalmente al Lido di Ostia (RM). Appena tre anni dopo, Italo Balbo fu protagonista di un’altra “trasvolata atlantica”, partendo da Orbetello con 12 idrovolanti S.55A Marchetti per ammarare a Rio de Janeiro, e di un’altra ancora, quella del “Decennale” della Regia Aeronautica, nel 1933, con 25 idrovolanti S.55X decollati sempre dalla Laguna di Orbetello alla volta di Chicago, dove fu accolto trionfalmente e dove, ancora oggi, una strada porta il suo nome: “Balbo Avenue”.
Non è questa la sede per enumerare le straordinarie imprese dell’Aeronautica Militare, effettuate prima e dopo la II Guerra Mondiale. È stata prodotta una vastissima letteratura sul tema.
A volte si sostiene che gli anniversari siano tutti uguali. Forse è vero, se si guardano tali eventi con il prisma della retorica tout court. I militari “non-militaristi” pongono se stessi al servizio di una causa e sanno perfettamente che un anniversario non è l’espressione virtuale di auto-referenzialità, una mera e polverosa celebrazione ad uso interno delle virtù delle Forze Armate e dei Corpi di appartenenza.
Forze Armate, Corpi e Specialità, sono ravvivati da un “campanilismo” e da uno spirito identitario che insieme costituiscono quel valore irrinunciabile che è lo “spirito di Corpo”: forza viva che rinsalda i vincoli tra gli appartenenti allo stesso Reparto.
Oggi, vogliamo con lo spirito più leggero essere vicini all’Aeronautica Militare, indossare virtualmente l’uniforme, non soltanto per omogeneità mentale e “condivisione operativa” nel Terzo Dominio, in quella dinamica “tridimensionale” che contraddistingue quei Reparti che si librano nell’aria.
Oggi festeggiamo una storia di sacrifici, di atti di eroismo, di primati, di abnegazione e solidarietà!
Oggi non ricordiamo un genetliaco… oggi celebriamo il centenario, una tappa che, per la sua portata, rappresenta un pezzo di storia e pervade le Forze Armate tutte in un unico grande abbraccio!
A proposito di date e ricorrenze attraverso una ricerca dai lineamenti quasi filologici, pur mantenendo la data il 10 maggio 1951 come nascita ufficiale dell’AVES, si potrebbe ipotizzare una “retro-datazione” della stessa al 6 novembre 1884, anno in cui il Ministero della Guerra istituì il “Servizio Aeronautico” del Regio Esercito.
Sotto tale angolazione “romantica” si può ritenere che l’Aviazione dell’Esercito abbia tenuto a battesimo l’Aeronautica Militare.
Ma se mettiamo da parte il campanilismo e lo “spirito di Corpo”, ci accorgiamo che il simbolico “diritto di primogenitura” si stempera nel rapporto di fratellanza gemellare che lega le due “Aviazioni”. In fondo le componenti aeree delle nostre Forze Armate sono nate il giorno in cui un aeromobile con l’insegna del Tricolore, si è staccato dal suolo per muovere i primi timidi saltelli nella “terza dimensione”.
Certo, si tratta di gemelle “eterozigoti”, considerate le differenze operative nelle missioni che sono chiamate a svolgere; ma che si tratti del 1884, del 1923, del 1951 o del 1993, entrambe le “Aeronautiche” sono al servizio di una causa: garantire la sicurezza dei cieli e portare con orgoglio a tutte le latitudini le nostri Ali.
Una tale visione travalica ogni vincolo e riferimento temporale.
Ed è in virtù di questo denominatore comune che oggi vogliamo stringerci intorno all’Arma Azzurra, per i suoi “primi” 100 anni!

Sergio Buono

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