«Tanto tuonò che piovve!», avrà pensato qualcuno in controtendenza, quando lo scorso 17 dicembre il mondo della comunicazione globalizzata ha annunciato una di quelle notizie destinate a restar scolpite nella storia di questo secolo: l’epilogo della contrapposizione cinquantennale tra i governi di Washington e de l’Avana con la conseguente fine dell’embargo statunitense sull’isola caraibica. E con studiato tempismo, secondo gli ormai logori e stantii canoni della propaganda anti-castrista degli esuli cubani a Miami, è stata fatta circolare la notizia, rivelatasi infondata, della morte di Fidel Castro nell’ennesimo tentativo di creare destabilizzazione tra i cubani “di Cuba”, entusiasti della “lieta novella”. Il Basco Azzurro 1/2015