Il 23 aprile, nell’ambito delle celebrazioni per l’ottantesimo della Liberazione, la sezione ANAE “NATALE”, ha partecipato, con altre rappresentanze militari, combattentistiche e d’arma, compreso un picchetto d’onore a cura del 183 Rgt. Paracadutisti “Nembo”, alla commemorazione dei Caduti della FEB, la Força Expedicionária Brasileira la sola forza militare brasiliana impiegata durante la seconda guerra mondiale, presso il monumento votivo brasiliano a Pistoia nella zona di San Rocco.


Come da tradizione, di altissimo livello la delegazione brasiliana diplomatica e militare che ha partecipato alla cerimonia toscana, l’evento è stato preceduto dall’incontro a Roma tra il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, che ha ricevuto il Comandante dell’Esercito Brasiliano, Generale di Corpo d’Armata Tomás Miguel Miné Ribeiro Paiva, in visita ufficiale in Italia.
Nel corso dell’incontro, è stato presentato al comandante brasiliano un briefing focalizzato sulle attuali operazioni e iniziative dell’Esercito Italiano e sulla collaborazione militare consolidata negli anni, con particolare riferimento all’intenzione di rafforzare l’interoperabilità tra le due controparti sul tema dell’ammodernamento dello strumento militare, che deve necessariamente essere pronto e addestrato a rispondere alle sfide attuali, disponendo di tecnologie avanzate e strategie efficaci. “Guardiamo il mondo da diverse angolazioni, ma condividiamo gli stessi valori, quindi, gli stessi obiettivi: garantire pace e sicurezza per i nostri popoli e contribuire all’affermazione del diritto internazionale. I legami di amicizia e cooperazione tra i nostri Paesi sono profondi e affondano le radici anche nel contributo brasiliano alla liberazione e nel sacrificio di tanti soldati brasiliani caduti in Italia, che onoriamo” ha evidenziato il Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello

Al termine della guerra furono 462 soldati e ufficiali brasiliani sepolti nei pressi di Pistoia. Nel 1960 il governo brasiliano decise di riportare in patria le spoglie dei caduti che furono tumulati a Rio de Janeiro, allora capitale federale ma nel 1967, nel luogo ove sorgeva il cimitero, fu eretto un monumento votivo.
Solo alla fine dei lavori venne rinvenuto il corpo di un ultimo militare che non era quindi stato trasferito in Brasile. Non fu possibile identificare il caduto e fu così deciso di lasciarlo a Pistoia come milite ignoto. A tutt’oggi ancora due prachinas (come venivano chiamati i soldati brasiliani, probabilmente dal diminutivo di praça, uomo della truppa, una sorta di legionari e considerati molto coraggiosi) risultano dispersi.

Col. Mauro Bloise, Direttore Editoriale. Fonte ANAE e EI