Il Monumento dell’AVES

Questa opera nasce dal cuore e dal coraggio dei veterani della Aviazione dell’Esercito che vollero ricordare l’impegno, il sacrificio, l’abnegazione di coloro che persero la vita operando al servizio della Patria

Nell’anno 2001 l’Associazione Nazionale Aviazione dell’Esercito ha realizzato nella città di Viterbo il Monumento Nazionale dedicato ai Caduti della Specialità.
Il monumento, a pianta circolare, è composto da una serie di elementi concentrici da tre piani circolari e sovrapposti collegati da due gradini frontali ed inoltre da una aiuola circolare nel centro della quale è situata l’opera scultoria in bronzo che rappresenta il simbolo più significativo del monumento.
Al bordo del piano mediano si erge una esedra in pietra di peperino, a pianta semicircolare, con altezza degradante da m. 5,50 a m. 1,15 recante una colonna a ciascuna estremità. Sulla colonna alta m. 6,00 è posta un’aquila in bronzo ad ali spiegate ed una fiaccola, simbolo dell’Aviazione dell’Esercito, sull’altra alta m. 1,15 è situata una scultura in bronzo raffigurante una madre raccolta nel dolore.
Il progetto del monumento e le opere bronzee sono stati realizzati dal Col. Roberto Liberati.
La muratura contiene diversi elementi architettonici caratteristici della città di Viterbo: una serie di arcate intrecciate a traforo realizzate in peperino e incastonate nella parte più alta dell’esedra vicino alla colonna principale, una serie di scudi in rilievo sui quali sono riprodotti gli stemmi delle 13 Armi dell’Esercito Italiano, a similitudine delle arcate e degli stemmi pontifici che ornano il loggiato del Palazzo dei Papi, ed un arco rampante tipico dei “profferli” del quartiere medioevale.
Il materiale principale utilizzato per la realizzazione del complesso monumentale, nel rispetto della tradizione storica-architettonica di Viterbo, è il “peperino” nelle sue naturali sfumature di grigio, pietra che costituisce il colore caratteristico del centro storico e dei suoi principali monumenti.
Come naturale accoppiamento con il peperino è stato utilizzato il travertino per le gradinate e per delimitare i bordi delle pavimentazioni ai vari livelli. Il complesso è circondato da una recinzione in ferro, alta m. 2,00 composta da elementi modulari di m. 3,00 di lunghezza, formato da tondini verticali con punta, apribile sulla fronte principale mediante due elementi scorrevoli. L’equilibrio compositivo dell’intera opera si articola su due figure geometriche primarie: il cerchio ed il triangolo.
Il cerchio, simbolo per eccellenza dell’equilibrio e della universalità, disegna la base del complesso e, sviluppando una teoria di cerchi concentrici disposti su quote diverse, incornicia la scultura centrale. Un triangolo rettangolo immaginario contiene verticalmente la struttura architettonica ed il messaggio emozionale inviato all’osservatore. L’origine di detto triangolo viene materializzato dalla figura in bronzo posta in basso a destra del complesso monumentale. Essa rappresenta una madre racchiusa nel suo strazio il cui afflato attraversa la composizione bronzea centrale, simbolo del martirio, e raggiunge l’alta colonna sormontata dall’emblema della Specialità. Questa madre è forse il messaggio più forte che tutta l’opera vuole esprimere; rappresenta il punto origine ed emozionale di tutto il monumento.
La scultura centrale di notevoli dimensioni, prende spunto dall’immagine che da oltre mezzo secolo è il simbolo dell’Aviazione dell’Esercito. La fiaccola che sovrasta un’aquila ad ali spiegate è la metafora della luce che illumina il campo di battaglia. Il messaggio criptico contenuto nella fiamma, viene letto dall’artista come la materializzazione di una sinergia tra la sofferenza dei Martiri e la volontà dei vivi. I corpi spogli dei Martiri sono scontornati dai guizzi della fiamma. Tute e caschi di volo vuoti, reliquie di una vita sacrificata per la propria Nazione, con il loro verismo sembrano configgere con l’ellenismo delle altre figure; con questa scelta compositiva l’artista si propone di sottrarre ad un eccessivo classicismo l’intera Opera per denunciare un dramma più che ostentare coerenza estetica. Il desiderio di inserire questo manufatto nel contesto urbanistico viterbese in maniera garbata, ha fatto sì che la guida alla scelta dei materiali e dei decori fosse affidata al rispetto più rigoroso di questa Città.

Nel 2023, in occasione del suo 40° anniversario di costituzione l’ANAE ha realizzato una nuova emozionante illuminazione (tre fasci di luce verdi bianchi e rossi) del complesso monumentale viterbese.

IDEAZIONE E SCULTURE DI: ROBERTO LIBERATI
SVILUPPO PROGETTO: ING: M. DAMIANI – ING: A. BUCCIARELLI
ESECUZIONE LAVORI: GEOM. L. VASSALLO
LAVORAZIONE MARMI: SOC. SANTAFIORA
FONDERIA: DOMUS DEI

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