Operazione Babilonia dieci anni dopo

di Antonio Bettelli

Condotta dalla Brigata Aeromobile Friuli in Iraq dall’agosto al dicembre 2004, rappresentò lo sbocco operativo, per taluni aspetti il coronamento, di un intenso periodo di elaborazione e di sperimentazione dei concetti d’impiego delle unità aeromobili.

In uno di quei frangenti in cui l’avvento tecnologico di un nuovo mezzo, segnatamente l’elicottero da combattimento A-129 Mangusta, è di portata tale da indurre cambiamenti radicali nella dottrina d’impiego delle unità militari, lo Stato Maggiore dell’Esercito optò, nel maggio 2000, per la costituzione della Brigata Aeromobile creando in tal modo un ambito specificamente dedicato all’impiego sinergico e unitario della componente aerea, i mezzi ad ala rotante del 5° e del 7° reggimento dell’Aviazione dell’Esercito, “Rigel” e “Vega”, e della componente terrestre, rappresentata dal 66° reggimento di fanteria aeromobile “Trieste”, anch’esso neo costituito, e dal reggimento di cavalleria “Savoia”.

Un frenetico susseguirsi di esercitazioni in Italia e all’estero, ripetutamente in Polonia nel 2001 e nel 2003 e più volte in Sardegna, portò la Brigata a conseguire nella primavera 2004 la propria qualificazione operativa con una dimostrazione, presso il poligono di Capo Teulada, che evidenziò le prerogative di potenza di fuoco, di rapidità di manovra e di tempestività d’intervento proprie delle unità aeromobili.

I razzi da 81 millimetri lanciati… “il Basco Azzurro” n. 5/2014 

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