CAAE: quando l’Addestramento diventa una Missione

Il Centro addestrativo Aviazione dell’Esercito, anima della specialità, ha fatto dell’addestramento una vera e propria missione. I suoi istruttori altamente qualificati, dedicano, ogni giorno, tutte le loro energie alla preparazione dei futuri piloti e specialisti dell’Aviazione dell’Esercito affinché, al termine del loro iter formativo, acquisiscano tutte quelle competenze tecnico-tattiche atte a renderli dei veri e propri professionisti del settore.

Il Centro addestrativo dal 2006 ha assunto il ruolo guida nella condotta dei corsi S.E.R.ESurvival, Escape/Evasion, Resistance and Extraction, corsi di sopravvivenza rivolti a tutto il personale che potrebbe trovarsi in condizioni di isolamento in virtù degli impieghi specifici nei teatri operativi contemporanei.

Lo scopo del corso è quello di fornire ai frequentatori le nozioni necessarie a fronteggiare le diverse e possibili situazioni di isolamento, seguite da un addestramento pratico che va dalla sopravvivenza in ambiente ostile fino al recupero nell’ambito del sistema di personnel recovery, secondo i più elevati standard didattico/addestrativi.

Il corso si articola in tre diversi moduli ciascuno corrispondente ad uno specifico livello addestrativo.

Livello “A”: rivolto al personale che solo potenzialmente potrebbe rimanere isolato in un contesto operativo.

– Livello “B”: rivolto al personale con moderato rischio di rimanere isolato e/o subire una cattura in un contesto operativo.

– Livello “C”:, rivolto al personale con elevato rischio di rimanere isolato e/o subire una cattura in un contesto operativo (High Risk of Isolation and/or Exploitation – HRIE). Il modulo “C” prevede un insieme di prove pratiche che si concludono con un’esercitazione continuativa finalizzata ad affrontare in condizioni di combat stress la sopravvivenza, l’evasione, la cattura, la detenzione, la fuga e l’estrazione.

Al termine del corso, abbiamo chiesto al C.le maggiore Vfp4 Marianna Bussa, che ha frequentato e superato il corso, le sensazioni, gli stati d’animo, le paure le difficoltà e le tensioni fisiche e morali a cui si è sottoposti nell’affrontare un’avventura così impegnativa e qualificante entrata a far parte della crescita professionale di un soldato e dell’iter addestrativo dei futuri tecnici di aeromobile.

Il 44° corso tecnici di aeromobile attualmente in atto è anche il primo corso che ha visto protagonisti anche i VFP4, come ti sei sentita quando ti hanno detto che per diventare uno specialista di aeromobile avresti dovuto prima affrontare e superare un corso di sopravvivenza?

Direi che disorientata è la parola giusta, quindi d’istinto ho chiesto ai colleghi che lo avevano già fatto cosa mi sarei dovuta aspettare, e le risposte sono state diverse, d’altronde ognuno vive determinate esperienze in maniera differente quindi dopo aver raccolto i diversi vissuti, ho semplicemente deciso di affrontare quest’avventura con tutto l’impegno e la determinazione di cui ero capace per poter raggiungere l’obiettivo che mi ero posta: diventare una specialista di aeromobili, e così sfruttare la grande opportunità offerta a noi vfp4.

Conoscevi già coloro che sarebbero stati i tuoi compagni di “viaggio” con i quali hai dovuto affrontare questo percorso professionale?

No, e ovviamente all’inizio cerchi di legare solo con chi ritieni più simile a te, poi, nell’affrontare giorno per giorno le difficoltà che ci si presentavano, è nato in ognuno di noi e si è rafforzato sempre più uno spirito di fratellanza, di condivisione e di fiducia che ancora ci accompagna.

C’è stato un momento in cui hai detto: “basta mollo tutto”?

No, da buona siciliana sono orgogliosa e testarda; mollare avrebbe significato fallire e un soldato non può mollare, deve crederci e impegnarsi fino in fondo sempre e comunque.

Mar. Ca. Milena Dell’Aversana

L’articolo e l’intervista completi, su “il BA” 2/2017

Scroll to top