3° corso P.O. ma… primo corso per Ufficiali piloti

di Antonio Serpe

Agli inizi del 1953 fu indetto il primo corso per Ufficiali Piloti Osservatori dell’Esercito, al quale fu assegnato il numero di terzo dato che il primo era stato, nel 1951, quello di Fort Sill (U.S.A.) e il secondo, nel 1952, quello di Bracciano formato solo da Osservatori. Quindi, il terzo fu il primo corso di “analfabeti” del volo, visto che l’unico Osservatore era il noto Emidio Valente. Fu così che il 9 Maggio del 1953 mi ritrovai con altri 30 (o 33, non ricordo bene) nell’Aeroporto dell’Urbe, a Roma, presso l’Aeroclub a frequentare un corso di pilotaggio per prendere il brevetto civile di 1° grado. Tra i nostri istruttori c’era anche un pilota che nella Grande Guerra aveva volato nella squadriglia di Baracca. Il fatto che partecipassimo a tutto l’addestramento in abiti civili, ci fece sentire tutti molto uguali (poiché non si vedevano gradi) agli ordini del capo-corso Burla. Ne nacque un profondissimo cameratismo. Dopo circa 8 ore di volo, fummo lasciati a fare i “solisti” e dopo circa 20 ore ricevemmo il brevetto di 1° grado con gli F.L.3. (potenza! 60 H.P.) per passare sempre all’Urbe, sul Piper L18C (90 H.P.) di proprietà dell’Esercito ma immatricolato civile, col quale, dopo 25 ore, conseguimmo il brevetto di 2° grado (28 Luglio 1953). Dopo un mese di licenza, ci trasferimmo a Bracciano, sull’Aeroporto di Monte dell’Oro, dove iniziò il corso vero e proprio. Le lezioni teoriche furono “abbondanti”; ci si insegnò di tutto, dalla Meteorologia al “nodo Seine”, alla vernice “emailite trasparente”, utilizzata per la rifinitura delle riparazioni sulla tela della fusoliera e delle ali (7 mani). E incominciamo a volare col Piper L21 B, il “giallone” (ben 135 HP). L’addestramento al volo era piuttosto intenso e severo, con “check” ogni tante ore, ma gli istruttori (gli Americani, come battezzammo quelli di Fort Sill), erano bravi e pazienti.

La nostra Aquila
Dopo averla sognata per un anno e cinque mesi, la ricevemmo dalle mani del colonnello Muscarà che ce l’appuntò sul petto. Era un’aquila stilizzata, schiacciata e piuttosto grande. Provammo ad accorciargli le ali, ma intanto, non era bello tarpare le ali alla nostra aquila. Allora ci fu qualcuno che tramite una famosa ditta fece realizzare un’aquila simile a quella dell’aeronautica, ma con la fiaccola al posto della corona turrita che tutti conosciamo. Ci fu anche un’aquila più piccola, per l’uniforme da sera e ce ne fu proposta una di lusso: in oro a 18 Kt, con l’occhio a vista, per fortuna uno solo il destro, costituito da un micro rubino. Io non me la permisi.

I primi reparti

Finalmente il 6 Ottobre 1954, avendo ricevuta l’Aquila di Piloti-Osservatori dell’Esercito, con un bagaglio di 186:50 ore di volo, una bella tuta invernale, (la tuta estiva, il casco, il paracadute e la radio di bordo sarebbero arrivati molto tempo dopo) ed a bordo un meraviglioso meccanico (erano veramente degli “Archimede Pitagorico” quei nostri primi tutori tecnici), si formarono nel nord le prime S.A.L. (Sezione Aerei Leggeri). A Treviso arrivarono la S.A.L. del 41° Reggimento Artiglieria Pesante Campale, dislocato a Padova, con Serpe, Tudisco e Paviolo piloti e Romano e Borzachiello meccanici (il Marconista, Grisolia, mago delle trasmissioni, lo trovammo in attesa sull’Aeroporto) e quella del 3° Reggimento Artiglieria Pesante Campale, dislocato a Vicenza che darà poi vita al 3° Reggimento Artiglieria Missili, sempre a Vicenza con Bocchi, Codipietro e Mangiacapra. Perché i Reggimenti a Padova e Vicenza e le S.A.L. a Treviso? Perché l’Aeronautica non ci aveva “gradito”, primo nostro dispiacere. Ma il secondo ci venne dai Reggimenti (a causa delle indennità di volo). Si incominciò a sentire il termine M.A.F. (Muscarà Air Force) e poi anche M.A.F.I.A. (Muscarà Air Force Italian Army). Per fortuna, almeno per quanto riguarda la SAL del 41°, solo dopo un mese dalla nostra assegnazione arrivò un nuovo comandante di Reggimento, il Colonnello De Gennaro, il quale, assertore dell’utilità dell’Aviazione Leggera dell’Esercito e fanatico ammiratore del mezzo aereo, prese il brevetto di pilota civile dopo essere stato addestrato al pilotaggio da me (come lui ha sempre voluto ricordare fino oltre gli 80 anni di età, ogni volta che si nominava Serpe). Cosa abbiamo fatto da quel momento in poi? Di tutto e di più (come si dice ora), abbiamo “offerto” le nostre capacità a tutti i Comandi del Veneto: la S.A.L. del 41° ha effettuato missioni per il comando F.T.A.S.E. di Verona, per il Comando della Terza Armata di Padova, per il Comando del Quinto Corpo d’Armata di Vittorio Veneto (per il quale, oltre il resto, omologò la striscia di San Giacomo di Veglia che poi fu acquistata dall’Esercito e diventò quello che è ora), per il Comando della Brigata Missili di Vicenza alla sua costituzione, per il Comando del Raggruppamento Lagunari di Venezia, per il Comando Gruppo Mortai di Rovigo, per il Comando della Marina di Ancona (stralcio del Notiziario del C.A.A.L.E. anno III n. 4 anno 1960). Missioni di tutti i tipi e non solo “Lancio e raccolta messaggi” come spesso si è letto.

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