Albania – Operazione “Alba”

  • Inizio Missione: 15 aprile 1997
  • Fine Missione: 12 agosto 1997
  • Stato: Conclusa
  • Luogo: Albana
  • Area Geografica: Europa

Nella seconda metà del mese di marzo 1997, al culmine di una gravissima crisi interna dovuta al progressivo deterioramento dell’economia, con conseguente insorgere di violente proteste da parte di larghi strati della popolazione, con l’acuirsi del fenomeno dell’emigrazione clandestina, soprattutto verso l’Italia e con lo sfaldamento delle Forze Armate e della Polizia, il Governo albanese richiese formalmente l’intervento di una Forza Militare Multinazionale.

Il dilagare del caos e della violenza nel Paese delle Aquile dopo il crollo delle cosiddette società piramidali di credito. Lo spettro di un’altra Bosnia nel cuore di un’area d’importanza strategica per le sorti della pace e della sicurezza in Europa e nel Mediterraneo. Il riemergere in misura massiccia della immigrazione clandestina dalle coste albanesi, fenomeno in cui hanno sempre convissuto la disperazione dei più deboli e gli interessi criminali dei trafficanti di merce umana, convinsero la comunità internazionale sulla necessità di intervenire.

Il 27 marzo, su ulteriore richiesta del Governo italiano, il Consiglio Permanente dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OCSE) deliberò la costituzione di una missione per aiutare l’Albania a riportare la legalità nel Paese e per assisterla nel previsto processo elettorale e il 28 marzo il Consiglio di Sicurezza dell’ONU approvò la risoluzione n°1101 incaricando l’Italia di condurre un operazione umanitaria multinazionale sul territorio albanese.

Così, per la prima volta, l’Italia assunse la guida di una forza multinazionale, il cui obiettivo principale era quello di aiutare il governo albanese a ripristinare a ripristinare un livello minimo di sicurezza, ad indire elezioni e a distribuire gli aiuti.

La forza multinazionale di protezione (FMP), approntata dall’Italia con il contributo di altri otto paesi, divenuti in seguito undici cominciò a dislocarsi sul territorio albanese a partire dal 15 aprile 1997, dando vita all’operazione “ALBA” (Operazione “Sunrise”).

Il contributo italiano fu di 2800 uomini e lo schieramento si completò nei successivi dieci giorni (25 aprile 1997). Il contingente, infatti, includeva anche 400 soldati di leva (volontari) con compiti limitati all’aspetto logistico. Le operazioni aeronavali e terrestri prevedevano il coinvolgimento di mezzi militari come Tornado, C-130 ed elicotteri dell’AVES.

Compiti principali di “Alba”, assicurare l’afflusso degli aiuti di prima necessità, offrire una adeguata cornice di sicurezza alle attività delle diverse organizzazioni internazionali, ridurre il campo d’azione delle bande criminali che spadroneggiano nel Paese, sostenere il ritorno alla stabilità politica e al dispiegarsi di un corretto processo democratico. Una impresa considerata, da più parti, “impossibile”. E che, invece, si concluderà con un successo giudicato unanimemente straordinario, per di più ottenuto senza alcuno spargimento di sangue e rispettando in pieno i tempi assegnati.

L’Aviazione dell’Esercito, partecipa con il 49° gr. sqd. AVES “Capricorno” alle cui dipendenze vengono messi uomini e mezzi in rinforzo da altre unità dell’AVES. Gli elicotteri impiegati sono gli AB 205, gli A-129 e i CH-47 che vengono dislocati sull’aeroporto di Tirana.

Il 29 giugno e il 6 luglio (in due turni) si svolsero le elezioni; il 23 luglio si riunì a Tirana il nuovo Parlamento. Subito dopo la Forza Multinazionale di Protezione iniziò il ripiegamento: alla fine di luglio erano rimaste sul territorio albanese solo forze italiane. Il 12 agosto 1997, terminava la missione Alba.

       

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