Illuminazione campale strisce di atterraggio per velivoli dell’A.L.E. di Peppino Torresi

Lo scioglimento della Brigata “Avellino” avvenuta il 1 ottobre 1965, comportò che la Brigata di fanteria “Pinerolo” estendesse la propria attività addestrativa-operativa nell’ambito di tutto il X CMTR/RMME.

La S.A.L. “Pinerolo”, inquadrata nel Q.G. e alle dirette dipendenza del Ca. di S.M., al fine di essere il più aderente possibile alle attività dei reparti ovunque impiegati e dislocati, oltre a utilizzare le strisce tattiche “permanenti” esistenti nell’ambito territoriale, ricorreva sovente all’omologazione di strisce tattiche “temporanee”.

L’introduzione del CFR notturno, oltre alle missioni di navigazione all’interno della zona aeroportuale consentì lo sviluppo di attività addestrativa e operativa su strisce tattiche e aerocampi.

L’utilizzo delle lampade portatili in carico al Nu. SAL, quantunque di dotazione, presentavano dei limiti nel trasporto, nel posizionamento e allineamento sul terreno, nella durata e nell’approvvigionamento delle batterie.

Il personale della S.A.L. allo scopo di eliminare quei limiti, nel 1969, progettò e realizzò un sistema autonomo utilizzando il folkmotor in dotazione al reparto. Gli esperimenti furono condotti sulla striscia tattica “permanente” di Bari-Palese, parallela alla pista principale dell’aeroporto.

L’addestramento notturno e la sperimentazione furono condotti “in casa”, riducendo così gli oneri di trasferimento di personale e mezzi.

Il progetto e la realizzazione fu dovuta ai capitani Luigi Orsi e Amedeo Tripaldi, al tenente Giuseppe Torresi, ai marescialli ordinari Cosimo Magazzino e Paolo Paiano e al sergente maggiore Paolo Cafagna.

Lo scopo del sistema di illuminazione campale era quello di consentire l’illuminazione normale e ridotta di una striscia di atterraggio di dimensioni di trecento metri di lunghezza per trenta di larghezza, utilizzando lampade a basso voltaggio. L’energia, era prodotta dal carrello di avviamento Folkmotor tipo AD 10/2 in dotazione ai reparti dell’A.L.E che presentava numerosi e importanti vantaggi: i più interessanti dei quali erano la facile e veloce installazione e rimozione e la possibilità di essere trasportato con un’autovettura da ricognizione. Il sistema, simile a quello utilizzato dall’Aeronautica militare per illuminare e delimitare le piste aeroportuali, poteva essere utilizzato anche come installazione fissa e con particolari accorgimenti, anche per illuminare strisce superiori ai trecento metri. Sfruttando infatti la resistenza prodotta dalle lampade e dal cavo con la conseguente caduta di potenziale, si poteva raggiungere una maggiore lunghezza del sistema con semplici e corrette sperimentazioni pratiche che consistevano nel sostituire le lampade a 24V più lontane dal Folkmotor con altre di voltaggio più basso: 12 e perfino 6V.

Descrizione del sistema

Oltre al carrello di avviamento folkmotor, il sistema, era costituito da 12 coni in lamiera zincata verniciati di bianco con una fascia centrale rosso arancio e 8 coni dello stesso materiale, verniciati di rosso. Il primo tipo, aveva quattro coni di riserva e il secondo due. Le lampade, erano supportati da 21 sostegni in legno verniciato con bulbo di protezione in vetro. Il collegamento delle lampade tra loro e con l’alimentatore, avveniva utilizzando 12 bobine di cavo gommato della lunghezza ciascuno di 50 metri oltre a due bobine come le precedenti dalla lunghezza di trenta metri. Il collegamento del sistema lampade al carrello di alimentazione, avveniva con una spina bipolare.

Impiego del sistema

I coni, venivano sistemati sul terreno, ai lati della striscia ad una distanza tra loro di cinquanta passi; su ciascun cono, si posizionavano i supporti con lampada, Il tutto, era collegato al carrello di avviamento, attraverso i cavi gommati. Come specificato sopra, il sistema, con adeguati accorgimenti che andavano ad interessare il numero della lampade utilizzate, in modo da ottenere, in casi particolari una illuminazione ridotta.

Accorgimenti tecnici

I collegamenti elettrici sono stati realizzati in serie e parallelo per cui rendendosi inefficiente una lampada non interrompeva il circuito o parte di esso; in caso di avaria al carrello di avviamento era possibile illuminare la striscia per circa un’ora, utilizzando le batterie del carrello stesso; con lo spostamento della leva di commutazione del carrello di avviamento da 24V a 12V si otteneva una riduzione della luminosità della lampade

Conclusione

In pratica, si trattava di un sistema che pur ideato e realizzato “in casa” in base a criteri di funzionalità, economia, semplicità e praticità di impego, dall’entusiastico desiderio degli stessi fruitori di ampliare le attività operative, permetteva alla giovane specialità, di dimostrare le sue grandi potenzialità che sostenute dalla passione, dalla tecnica e da idonei investimenti, avrebbe nel tempo, ampliato e trasformato le modalità d’impiego dell’Esercito.

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