BA gennaio febbraio 2017

Podrute – Caduti per l’Europa

Di Franco Sammaciccia

La missione European Community Monitor Mission – ECMM che ha visto gli elicotteri dell’ALE, operare in nome e per conto della Comunità Europea e che è tristemente conosciuta con l’appellativo di “Eccidio di Podrute”, ha purtroppo, consegnato alla storia del “Continente Antico” 5 eroi impegnati in una missione che aveva il solo scopo di riportare la pace nei martoriati territori dell’ex-Iugoslavia. A 25 anni dal quel sacrificio, i familiari, gli amici e i colleghi hanno ricordato quei Caduti che con il loro sacrificio hanno contribuito ad allargare i confini dell’Europa.

 Ci son voluti ben 25 anni ma alla fine ho trovato la forza di andarci anche io in quella Terra di ex Iugoslavia che oggi si chiama Croazia che ha visto rubare l’ultimo sorriso di alcuni dei miei più cari Amici e son partito con Roberto Sangalli, Modesto Cretella, Antonino Mantineo e gli altri colleghi di Bologna, guidati da Rodio Restani, e di Casarsa, in servizio e non, alla volta di Podrute.

10 febbraio – Giorno del Ricordo

La tragedia che colpì gli istriani, i fiumani e i dalmati produsse i suoi atroci effetti soprattutto sui bambini, che a seguito di quegli sciagurati eventi, furono privati dei loro affetti e della loro infanzia. Il Basco Azzurro, dopo aver riportato il racconto di una bambina che fu privata del papà: un finanziere infoibato, e la sorellina più piccola, deceduta per una malattia contratta durante l’esodo, propone il racconto dei ricordi e delle sofferenze di un bambino e delle coincidenze che successivamente la vita gli ha riservato.

Un bambino, una storia, mille storie, la guerra, la pace

Di Furia tre – due

 Un bambino come tanti milioni,
ce ne sono stati ed esistono attualmente,
togli la neve, il vento gelido
e al loro posto metti la sabbia, polvere e un vento caldo
sperando che nel futuro…

C’era una volta un bambino, nato un autunno di tanti anni fa in un campo di baracche di legno sconnesse su un altopiano freddo e ventoso.

I suoi primi ricordi di vita sono la minestra scura, con dentro delle salsicce puzzolenti e con pezzi di ossa… ma calda, che veniva data una volta al giorno; una stanza di pochi metri condivisa con un’altra famiglia per questioni di spazio (tanti disperati e poco posto) con un’altra bambina poco più piccola di lui e, tanto freddo e tanta neve, che entrava nelle fessure tra i pannelli e sotto la porta.

Campo Profughi di Poggioreale del Carso, Baracca n° 7 – 29 settembre 1956 – autunno 1961

In ricordo di Simone Cola

Di Alessandra Cellini Cola

Il 21 gennaio ultimo scorso è ricorso il dodicesimo anniversario della scomparsa di mio marito, del papà di Giorgia, sottufficiale dell’Esercito italiano tragicamente caduto in servizio nel corso della missione “Antica Babilonia” in Iraq. /…/ Un uomo semplice, dotato di grande forza di volontà, innamorato della sua professione, sempre disponibile e dal sorriso affabile. L’intitolazione di questa strada rappresenta un’occasione per commemorare tutti i nostri caduti nelle missioni di pace, ravvivare il ricordo di Simone Cola e permettere a tutti coloro i quali non hanno avuto l’opportunità di conoscerlo, di apprenderne l’esistenza.

Il sottufficiale infermiere dell’AVES

Di Tarquinio Fornari

Nel mondo militare, la figura infermieristica riveste sempre più un ruolo preminente e di fondamentale importanza nella gestione del quotidiano, nell’emergenza ed in teatro operativo ove si è chiamati a operare. Per quanto concerne l’Aviazione dell’Esercito l’infermieristica AVES rappresenta la massima espressione della stessa.

L’iter formativo e professionale del sottufficiale infermiere

La formazione del sottufficiale infermiere dell’E.I. oggi, avviene in Università e precisamente presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di “Tor Vergata” in Roma che pertanto, identifica, la figura professionale del sottufficiale infermiere a quella che opera nell’ambito dell’organizzazione sanitaria nazionale e prevista dalla normativa di legge vigente.

L’iter formativo infatti, non fa distinzione tra l’impiego in ambito civile o militare salvaguardando e approfondendo, ovviamente le peculiarità derivanti dal particolare “status” dell’infermiere militare in funzione del suo impiego sia in ambito nazionale sia internazionale.

I Magnifici 19 del 19°

Di Antonio Laruccia

Alghero-19°Corso Piloti Osservatori Settembre 1962

Questo il titolo del manifesto satirico realizzato dal capitano Blandano per la conclusione della 1^ fase del 19° corso piloti osservatori, svolta presso la scuola di volo dell’Aeronautica militare ad Alghero. “Magnifici 19” perché tanti furono i sopravvissuti che terminarono questa prima parte del corso, costituito da 30 ufficiali: 5 capitani in servizio permanente e 25 ufficiali subalterni, per la maggior parte sottotenenti di complemento delle varie armi dell’Esercito.

Ecco i loro nomi:

Cap. Diego Bertoncini, Cap. Luigi Monetti, Cap. Vincenzo Blandano, Cap. Rodolfo Recagno, Ten. Bruno Barberis, Ten. Gianpaolo Muratori, Ten. Fausto Mengoni, S.Ten. Giovanni Arcieri, S.Ten. Paolo Antulov, S.Ten. Luigi Bottero, S.Ten. Lamberto Centogambe, S.Ten. Fausto Ferrante, S.Ten. Domenico Iannuzziello, S.Ten. Antonio Laruccia, S.Ten. Renzo Malanca, S.Ten. Santo Pastorino, S.Ten. Cesare Picollo, S.Ten. Romano Pignoloni, S.Ten. Alfio Ventura. La bellissima avventura iniziò nel mese di maggio 1962.

Con l’ALE oltre il circolo polare artico

Di Marco Scalas

Ogni anno la brigata alpina Taurinense da cui dipendeva l’omonimo RAL di Venaria Reale era chiamata all’estero per esercitazioni estreme che coinvolgevano diverse nazioni della NATO in zone lontane e difficili: Norvegia settentrionale; le isole Zealand della Danimarca; la Grecia settentrionale e la Tracia greca e turca; e la Turchia orientale.

Nel 1976, l’esercitazione AMF – Forza mobile del Comando alleato per l’Europa, si svolgeva a Bardufoss una località molto vicina a Capo Nord, un centinaio di chilometri più a nord del circolo polare artico.

Poiché la AMF aveva lo scopo di proiettare con breve preavviso una capacità multinazionale di dissuasione, la preparazione e l’addestramento venivano effettuati con estrema precisione e cura, familiarizzando con le temperature polari e trascorrendo la notte in tendine a canile, senza alcun riscaldamento, montate nei cortili delle grandi caserme di Salice d’ Ulzio, Bardonecchia e altre situate in alta montagna. D’altronde ci aspettava un’esperienza importante di carattere multinazionale, complessa e seria e in particolare per me che era la prima volta, così lontana.

Arrivato finalmente il giorno della partenza, tutto era pronto…

L’intelligence nella Grande Guerra

Il periodo prebellico ed il 1915
Di Giuseppe Bodi

I Servizi Segreti italiani nacquero ufficialmente nel 1900. Dal 1861 al 1899 erano esistiti sei (forse nove) apparati informativi facenti capo a: Corpo dei Carabinieri Reali, Guardia di Finanza, Ministeri della Guerra, della Marina, dell’Interno, degli Affari Esteri; quelle del Re e del Presidente del Consiglio erano reti non ufficiali, strutturate a scopi meramente politici. Il più “segreto” e capillare era quello dei Carabinieri Reali.

Nel 1900 si costituì a Roma un “Ufficio Informazioni del Corpo di SME” diretto dal colonnello di SM De Chaurand de Saint Eustache con sede presso il Ministero della Guerra ed ufficio occulto in via Rasella. Non nacque, come sarebbe stato fisiologico, dall’esigenza di acquisire e valutare informazioni al fine di predisporre quadri previsionali, mediante attività di spionaggio e controspionaggio in vista di potenziali eventi bellici. Fu semplicemente la conseguenza di un progressivo ed elevato impiego dei militari sia in ordine pubblico, sia in sostituzione degli scioperanti in alcuni lavori.

Dal 1906 la responsabilità dell’attività informativa venne posta nelle mani del Capo di SME, affidandogli poteri e decisioni che “riguardano tutti i provvedimenti relativi alla difesa dello Stato”, in accordo con il Ministro della Guerra”.

L’Ufficio Informazioni si servì di alcuni geografi che…

Organizzazione degli irredentisti
Giuseppe Colpi
Progetto sconfinamento

Elicottero e Vespa un binomio italiano

Di Paola e Anna d’Ascanio

Con infinito piacere, ancora una volta, ricordiamo il nonno Corradino. Lo facciamo, cercando di raccogliere i nostri ricordi e quelli preziosi di nostro padre e dello zio Giacomo che non ci sono più. Siamo le tre uniche nipoti, Paola, Anna e Maria, figlie di Giorgio e Lina d’Ascanio.

Nel 2016, in particolare, si è parlato di Corradino d’Ascanio, perché ricorre il 70° anniversario della nascita della Vespa, ma solo pochi ricordano, come sarebbe piaciuto a lui, i compleanni dell’elicottero, nato nel 1930.

La vita del nonno è ormai conosciuta da molti, oltre che riportata in varie pubblicazioni tra le quali il dizionario biografico Treccani tuttavia, vogliamo volentieri ricordare qualche episodio conosciuto solo da noi familiari.

A noi sorelle maggiori, Paola e Anna, ci piaceva tantissimo farci raccontare episodi dei suoi anni di studi effettuati a Torino presso il Regio Istituto Superiore di Ingegneria, che nel 1936 riassunse l’antico nome di Politecnico. Oltre al suo corso di ingegneria, frequentava anche i corsi di Medicina, perché i suoi compagni di stanza erano studenti di Medicina e lui ne era attratto. A fine corso il professore di ginecologia, per il buon profitto e per le intuizioni mostrate, facendo una brillante diagnosi di parto podalico, gli chiese di scegliere di fare la tesi con lui e solo a quel punto il nonno confessò di essere studente di Ingegneria.

Il servizio aereo della Polizia di Stato

Di Stefano Reduzzi

Sono ormai passati quarantasei anni da quando nel 1971 l’AB-47J-3B-1, primo elicottero in dotazione alla Polizia di Stato, nome in codice “Poli 01”, spiccò il primo volo ed entrò a far parte dell’amministrazione del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza.

Efficienti, maneggevoli e sempre pronti a entrare in azione per garantire la sicurezza dei cittadini dall’alto, i velivoli della Polizia di Stato sono impegnati quotidianamente in ambiti sempre più estesi: attività di soccorso, monitoraggio, recupero in mare o in montagna, missioni di polizia giudiziaria, ordine pubblico, controllo del territorio, al trasporto sanitario d’urgenza, all’inseguimento a bassa quota, sino al supporto aereo agli uomini del NOCS. Un’attività di sicurezza e sorveglianza a 360 gradi che richiede professionalità, impegno, esperienza e tanto affiatamento con la propria squadra. Un gruppo compatto sempre pronto a decollare, nel giro di venti minuti dal momento in cui arriva la chiamata, e sempre pronto a intervenire in ogni situazione e in caso di necessità. Un’idea di come si è evoluto negli anni il servizio aereo viene dagli incarichi diversificati che ha ricoperto nel tempo. All’inizio, quarant’anni fa, i velivoli della polizia si vedevano volteggiare unicamente sopra le strade ad alto scorrimento: nei primi tempi, infatti, il loro compito era soprattutto quello di tenere sotto controllo la circolazione. Oggi invece, le funzioni svolte dai reparti volo si sono notevolmente evolute e la sicurezza ad alta quota gioca un ruolo molto importante per la tutela dei cittadini.

 

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