
Maggio è il tempo dell’esplosione della natura in cui la primavera trasforma lo spazio attorno a noi in un caleidoscopio di colori, di forza e di bellezza. È anche il tempo della nostra Festa: è lo spazio che il calendario riserva all’anniversario della nostra Specialità, l’Aviazione dell’Esercito, ed è il momento di svolgimento dell’Assemblea Generale dei Soci.
E quest’anno l’Assemblea ha coinciso con un passaggio nodale: il rinnovo delle cariche sociali nazionali. È un appuntamento che, anno dopo anno, esalta il suo valore intrinseco, carica l’atmosfera di emozioni e stimoli nuovi, quasi fosse una messa a punto periodica che ci sollecita a ripartire ogni volta con energia rinnovata e con più motivata determinazione nella nostra missione di testimonianza, di memoria e di servizio. Sono sensazioni che si rinnovano e si rafforzano ogni volta. Sensazioni alle quali non ci si abitua – e non ci si deve abituare mai. Perché è proprio quella freschezza d’animo, quel senso di appartenenza, che tiene vivo lo spirito della nostra Associazione e ci spinge a guardare avanti. Ad obiettivi futuri.
Per quanto mi riguarda, quest’anno ha segnato un momento molto importante: la mia quarta rielezione alla Presidenza Nazionale. Un cammino iniziato dodici anni fa e che oggi si rinnova con la fiducia espressa dai delegati, ai quali voglio far giungere il mio sentito ringraziamento. L’onore della riconferma mi stimola ad operare, con spirito vivo, ad affrontare insieme, con rinnovato vigore le sfide che ci attendono con la passione di sempre.
A margine dell’Assemblea, da una conversazione informale è nata un’intervista che troverete nelle pagine seguenti: uno spazio di riflessione aperta per condividere non solo un bilancio del cammino fin qui compiuto, ma anche una visione sul futuro dell’Associazione.
Ritengo che un’Associazione d’Arma debba avere il coraggio di rinnovarsi, ma sempre nel segno della tradizione. Innovarsi sì, mantenendo tuttavia saldi i valori che ci uniscono e che ci rendono riconoscibili: spirito di corpo, lealtà, senso del dovere, servizio.
Tra questi valori, uno in particolare mi sta profondamente a cuore: l’unione. È il fondamento della nostra architettura umana ed associativa. Un’Associazione come la nostra non può e non deve rischiare di frammentarsi al suo interno. Le differenze di opinione sono legittime e linfa salutare di crescita, ma non devono mai trasformarsi in divisioni.
Il momento elettivo, il rinnovo delle cariche, deve essere un’occasione di conferma o di avvicendamento nel segno della continuità e del rispetto reciproco. Dobbiamo essere e continuare a rappresentare persone che decidono liberamente e responsabilmente di mettersi al servizio dell’ANAE, finché ne hanno la forza e gli stimoli; persone che, con la stessa dignità con cui hanno accettato l’incarico, passano il testimone serenamente, senza competizioni né campagne elettorali.
Solo così possiamo preservare l’autenticità e l’efficacia della nostra missione. Perché ciò che ci tiene insieme non è l’ambizione personale, ma l’onore di appartenere a una famiglia che condivide la stessa Storia, gli stessi ideali, lo stesso futuro.
Desidero concludere con un ringraziamento sentito, a nome mio personale e di tutta la famiglia ANAE, al nostro Comandante, il Generale Salvatore Annigliato. La sua costante presenza, la sua vicinanza, il suo sincero sostegno rappresentano per noi motivo di orgoglio e fonte di energia. Con lui, desidero estendere la mia gratitudine a tutti i Comandanti e ai militari in servizio che, partecipando alle nostre iniziative, ci trasmettono affetto, fiducia e continuità.
È grazie a questo legame vivo e concreto tra chi è in servizio e chi ha servito che la nostra Associazione mantiene identità e significato. Un legame che non è solo istituzionale, ma profondamente umano.
E, a proposito di famiglia, è con particolare orgoglio che annuncio la nascita della dodicesima sezione ANAE, la seconda che prende vita durante il mio mandato. Una sezione che nasce dalla trasformazione del nucleo Marche della Sezione “Tucano”, e che sarà dedicata al ricordo del Tenente Fabio Montagna, pilota tragicamente caduto in missione in Mozambico nel 1993. A lui va il nostro onore, alla nuova sezione i nostri auguri di buona rotta nel segno dell’identità e della memoria.
Avanti, dunque, con entusiasmo, determinazione e spirito di servizio nella missione.
Sergio Buono